venerdì 31 ottobre 2008

IL TERREMOTO FINANZIARIO: UNA CRISI DI FIDUCIA: Nuove direzioni e soluzioni per emergere dalla crisi

In queste ore ( mattina del 6 ottobre 2008) il titolo Unicredit è stato sospeso per l'ennesima volta per la volatilità del suo valore dopo un'apertura che ha visto un suo ribasso di più del 10%. Il CdA del weekend e le decisoni intraprese non sembrano aver sortito l'effetto voluto.

Le grandi banche hanno una clientela "diffusa" che spesso non ha gli elementi tecnici per apprezzare gli interventi specialistici fatti e pertanto tali azioni danno solo la percezione della "gravità" della salute del paziente piuttosto che della sua "messa in protezione". Facendo una metafora se sapete che un vostro caro è messo in sala di rianimazione ed è sostenuto in vita da tante macchine pensate che sia più in vita che mai grazie a tutte queste misure o che è moribondo e pertanto le necessita?

Ma la situazione è veramente grave e se si quanto? La risposta è insieme Si e No dunque contraddittoria. Da una parte il sistema bancario italiano e l'economia italiana a differenza di molti altri paesi anglosassoni ha una maggiore stabilità per enne motivi storici di cui i giornali sono pieni questi giorni dall'altro il crollo dei valori dei titoli e la conseguente evaporazione delle pensioni di milioni di lavoratori sta testimoniando che il problema c'e' eccome se c'e' e se non ce ne siamo accorti ce ne accorgeremo presto in futuro dovendo lavorare molti anni in più.

Tale contraddizione si risolve appunto con la focalizzazione che il vero valore di una impresa è quello "percepito" e non quello in sè e la percezione dipende molto dalla "fiducia" diffusa che i clienti e gli azionisti hanno della stessa impresa. Mi viene da citare "La Patente" di Pirandello. Se poi il valore oggettivo dell'impresa (valore delle azioni) è correlato ogni secondo alla fiducia dei clienti nell'istante precedente possono innescarsi facilmente "valanghe" di sfiducia che si autoalimentano. Ieri il titolo ha perso il 10% pertanto domani lo vendo: il ragionamento si sviluppa indipendentemente dal valore in se ma segue quello percepito dagli "altri-mercato". Se poi si tratta di una grande banca magari maturo anche l'idea di "levare" i soldi dal conto facendogli mancare l'elemento base per il suo funzionamento che è appunto la liquidità inducendo così anche un problema "reale".

Gli annunci degli STATI a garanzia dei depositi non fanno altro che aumentare ulteriorimente il senso di gravità della situazione alimentando la spirale anzidetta; anche perchè ulteriori indebitamenti degli stati già sofferenti potrebbero nel medio lungo periodo mettere in dubbio la solvibilità degli stessi... Se poi consideriamo che oggi la guerra fra i grandi stati si gioca più sui terreni digitali informativi che su quelli tradizionali emergono inusuali corrispondenze fra l'11 settembre, il credito cinese verso gli usa e questo crollo finanziario.

Ma allora quali possono essere le "mosse" giuste per riequilibrare il sistema?

Innanzitutto azioni comunicative facilmente percepibili ed apprezzabili da tutti gli azionisti ed utenti quali le seguenti:

1.) cambio dei vertici - Ad esempio il cambio dei vertici risulta una azione più facilmente apprezzabile che quelle di garanzia dei governi che alla fine dei conti ricade sempre su tutti i cittadini come maggiori tasse o minori servizi.

La stessa sfida elettorale americana sta condizionando il mercato che sembra voler premere fino alle elezioni presidenziali per far cadere la guida repubblicana che ha permesso molte delle liberalizzazioni del mercato borsisitico che hanno generato la crisi attuale. Il cambio di guida della presidenza americana potrebbe essere un esempio di messaggio chiaro di "svolta" rivolto a tutti.

Ovviamente in quanto "segnale" da dare al mercato non è tanto importante quanto sia effettivamente la colpa del vertice che magari è stato "ottimo" ma è fondamentale il messaggio "terra terra" seguente: "siccome con la nave siamo finiti in questa secca che rischia di farci affondare cambiamo il capitalo al timone.

2.) chi ha sbagliato paghi - la punizione esemplare e pubblica dei top manager che si sono arricchiti tantissimo con l'offerta sul mercato di tutta questi prodotti speculativi con la confisca e il recupero di parte delle somme sarebbe un ottimo deterrente anche per il futuro. Troppe posizioni in evidente conflitto di interesse hanno lucrato sulla situazione portandola al tracollo ed ogni transizione ed azione, essendo digitale, è ricostruibile! Anche questo messaggio aumenta la fiducia nel "futuro" che tutto ciò non si ripeti.

3.) forte limitazione delle possibilità speculative con una colorazione variegata del "denaro" - il mercato finanziario deve tornare ad essere appunto un mercato di finanziamento delle imprese e non una giungla piena di opportunità speculative nelle quali trovano impiego le migliori menti matematiche del mercato. In un era a forte tasso di velocità di scambio dell'informazione ormai digitale pensare al "denaro" come "merce qualunque" rende quest'ultimo stesso fortemente instabile e soggetto alle minime perturbazioni. E' come della neve al sole su un lato di una montagna scoscesa. Per farlo diventare "roccia" occorre che sia gestito come "merce specifica" con una sua logica di compravendita del tutto diversa dagli altri beni. Dargli questo significato "intensivo" è possibile grazie alla sua stessa digitalizzazione ma esula dall'economia di questo articolo sviluppare la tematica. Basta accennare alla possibilità di "colorarlo" nel suo senso cosi come d'altra parte avviene nella mente di ognuno di noi con i vari "conti mentali" che distinguono bene i soldi guadagnati con duro lavoro da quelli vinti in una lotteria. I soldi su un conto frutto dei risparmi di una vita devono esser di un colore INTOCCABILE anche perchè quasi di sicuro sono pensati per la pensione mentre quelli frutto di SPECULAZIONI in borsa oppure di traffici ILLECITI sono per definizione "TOCCABILI" cosi come vengono con successo requisiti i beni alle cosche più efferate.

In seconda istanza invece necessitano azioni premiali facilmente percepibili ed apprezzabili da tutti gli azionisti ed utenti quali le seguenti:

1.) compensiamo chi ha fiducia - Ad esempio diciamo che chi non vende o non muove i soldi in questa fase di turbolenza rischiando non "poco" avrà un premio da parte del sistema finanziario stesso e dai titoli oggetto di incertezza.

2.) premiamo chi non ha speculato - Diamo un premio a coloro che non si sono fatti parte attiva di speculazioni negli ultimi 5 anni magari perdendo apparentemente opportunità di guadagno colte da altri più spregiudicati.

3.) introduciamo un'etica finanziaria - Definiamo tutta una serie di misure di "etica finanziaria" volte a tutelare i valori della solidarietà e del rispetto dei veri risparmiatori alla base del sistema e delle aziende attive sul mercato produttivo.

D'altra parte se non vengono dati questi messaggi FORTI agli utenti e al mercato questo rischia di trovarli e generarli da solo con il fallimento effettivo e altamente simbolico degli istituti più "impensabili" cosi come è già avvenuto negli USA.

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